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Finalmente il sole sta riprendendo possesso imponendo la sua stagione e le temperature tornano a salire: è arrivato il momento per uscire dal letargo del lungo inverno… e quale modo migliore per risvegliare il nostro corpo se non salendo in sella alla bici ed andare a trovare le nostre Colline?

Forlì è posizionata in un territorio che per le due ruote esprime il massimo: pianura, collina, montagna, un mix di percorsi e varietà di scenari che attrae chiunque. Ritengo che un’uscita in bicicletta debba trovare in ogni sua singola esperienza una dose di unicità. Per farlo bisogna ricercare una strada che ci dia sensazioni, regali uno scorcio emozionale, permetta di provare piacere. Quindi in queste righe vi porterò su strade che percorro sovente durante l’anno, che rappresentano in ogni singola uscita una sorta di rifugio confortevole.

Partiamo da casa, prendiamo la via che ci porta verso San Martino in Strada, imbocchiamo la Via Monda che porta a Meldola. Poco dopo la zona artigianale svoltiamo a destra in via della Fontana (per identificare meglio la via troviamo un cartello con l’Insegna “Villa Merenda”). Lasciamo così immediatamente una strada trafficata per immergerci in stradine più strette e con poca densità di traffico, così possiamo anche alleggerire il rapporto e farci trasportare dalla strada che inesorabilmente sale ma che non spreme oltremodo le nostre forze. Si susseguono case con corti ben curate, campi di ogni genere e qualche filare o albero da frutto. La giornata soleggiata e leggermente ventilata trasmette quell’aroma di primavera che stimola ed invoglia a proseguire con grande energia.

Villa Merenda

Si prosegue e ci si dirige verso Scardavilla, un’antica dimora in parte diroccata, che da lontano mostra uno scheletro quasi spettrale che, in particolari momenti della giornata, con la luce del sole ad ombreggiarla, crea un effetto ottico molto suggestivo.

Scardavilla

Proseguiamo fino ad inserirci sulla strada che porta alla Rocca delle Caminate, ma invece di procedere ancora in salita, iniziamo una discesa, che ci permette di arrivare a Meldola; dove imbocchiamo per un piccolo tratto la Bidentina. Subito dopo però svoltiamo a sinistra avviandoci verso Teodorano. Attraversato il Ponte dei Veneziani che in certi periodi dell’anno, grazie alla piena del Fiume Bidente, regala qualche evento naturale di rilievo: grazie alla portata di acqua imponente, permette al fiume di ricreare una serie di rapide di notevole impatto.

Manteniamo la destra, seguendo la strada che porta verso Pian Di Spino o Teodorano; non trascurabile la presenza di una fontana sull’angolo dell’incrocio, per un veloce rabbocco di acqua. La strada riprende a salire, sempre in maniera molto costante, non repentina, proviamo così a trovare una cadenza regolare che ci permette ancora una volta di guardarci attorno e respirare la primavera senza creare sforzi impazziti che rechino fiati affannati.

Lo scenario, per un frangente, permette una bella visione della Valle del Bidente, quando in realtà la strada si va ad insinuare tramite una breve discesa in una Valle abbastanza angusta. Procedendo decidiamo di svoltare a sinistra e puntare Teodorano, piccolo borgo con la sua torre medievale che domina la Valle. La salita che ci aspetta è di 4km, regolare, con pochissimi tratti impegnativi; poca vegetazione, molti campi, intervallati da fattorie sparse qua e là, il paesaggio è più rurale, poco boschivo, ma in giornate miti come queste molto stuzzicante; lo diventerà meno tra qualche mese con l’arrivo del caldo estivo.

verso Teodorano

Arrivati al Borgo, appoggiamo la bici al muretto e ci guardiamo attorno, le colline romagnole sono uno spettacolo da spasmo, da innamoramento spontaneo. Una miscellanea di quadrati verdi, marroni, filari, stradine, case, ruderi. La storia di una terra che si mischia alla vita agricola che prosegue. L’umano che sposa la natura in un dipinto che da questo piccolo terrazzo che è Teodorano, ti permette un privilegiato punto di osservazione. Se avete una barretta, un frutto, come potrebbe essere una banana, magari addentateli e poi sorseggiate perché ora scendiamo, ma poi risaliremo ancora.

Teodorano

Chiudiamo così l’anello dentro la Piazzetta di Teodorano, ripercorrendo la strada che sino a lì ci aveva condotto, recuperando dopo i 4Km appena percorsi la strada dell’andata, in direzione Meldola, ma appena ripresa la strada a fondo valle, superato il ponte, puntiamo nuovamente una salita: il Monte Vescovo.

Questa è forse la salita più impegnativa della giornata, con qualche tratto con pendenze più ostiche, ma non particolarmente lunga. La strada è stretta, sale tra qualche albero che ombreggia l’asfalto; saliamo in fretta e così ci accorgiamo che da una parte abbiamo Teodorano, da un’altra parte Meldola e da un’altra ancora la Valle del Bidente. Il Vescovo è nel mezzo, una piccola protuberanza del territorio che divide questi angoli di Romagna. Arrivati in cima un bel prato ci agevola la visuale verso il mare, Bertinoro, la pianura. Si sta bene quassù, si respira bene, a pieni polmoni e la soddisfazione di esserci arrivati con le proprie forze è un fremito di orgoglio che incita a fare un ulteriore passo…

Monte Vescovo

Ci aspetta nuovamente una discesa, una china che merita rispetto e va presa con massima attenzione, poichè la strada è stretta e caratterizzata da qualche curva cieca. Terminata attraversiamo il Bidente che in questi giorni ha una potenza debordante, dovuta alla fusione della neve caduta sugli Appennini. Raggiunta nuovamente la Bidentina e San Colombano nello specifico, ci facciamo attrarre dalla via di casa, recuperando la via per Meldola. Per evitare la strada principale, appena usciti dall’abitato, giriamo a destra, per seguire una parallela della strada più importante ed attraversare i campi da una via con poco traffico. Ricordo che per quanto sia importante rispettare le regole, la bicicletta resta un mezzo che su strade strette, con traffico intenso, reca un piccolo intralcio a mezzi di grosse dimensioni, per questo, se possibile evitate le vie di comunicazione molto frequentate, lo consiglio. In fondo il rumore delle auto, dei camion, è deleterio per concentrazione e ricerca di relax.

Ritrovando la Bidentina una volta ancora, all’altezza dell’Istituzione Drudi (ex ONPI), procediamo per soli 300/400mtr e poi salutiamo una volta per tutte la Statale. Imbocchiamo a sinistra Via Balbate, una via alternativa per raggiungere la Rocca delle Caminate (in un articolo futuro affronteremo nella fattispecie la varietà delle vie che portano in cima alla suddetta meta). La strada è un piccolo paradiso per ciclisti, strada appena riassettata, sinuosa, con pendenze che si alternano tra il morbido al più impegnativo, risulta essere una palestra naturale per allenare le doti di scalatore od anche solo per ammirare altri scorci ben celati della Nostra Terra. Allevamenti di ovini e stalle di ogni genere fiancheggiano le rampe della strada che inesorabilmente ci conducono alla vetta. Come non rimanere ogni volta colpiti da quella che è una struttura architettonica imponente e fascinosa: la Rocca troneggia sulle colline sopra il forlivese e seppur non sia posto particolarmente in alto, emana interesse inequivocabile. Ci fermiamo un attimo alla colma, recuperiamo la regolarità di cuore e polmoni, ci lasciamo sfuggire un sorriso: in fondo abbiamo percorso sono 50km con 1.150 mtr di dislivello, non una semplice passeggiata di piacere ma un godurioso allenamento. Altra sorsata di acqua, indossiamo la mantellina, per evitare di prendere un colpo d’aria proprio ora che stiamo rincasando; riabbracciamo la bici e via con direzione Grisignano

Rocca delle Caminate

Si conclude con una sosta alla fontana alla fine di via Delle Caminate, sull’incrocio che ci immette di Viale dell’Appennino, la fonte è sempre fresca, una vera manna a rigenerare dallo sforzo.

Così concludiamo il nostro giro sulle morbide colline del forlivese, soddisfatti e felici che la Primavera stia arrivando, attendendo momenti in cui le gambe ne avranno di più per addentare percorsi più impegnativi, ma per oggi va bene così. Ci siamo fatti accompagnare dal poco traffico, da tanta pace e da quella fatica giusta che aiuta a pensare alla prossima uscita con una motivazione in più.