Il frenetico ritmo di questa Serie A2 impone alla Pallacanestro Forlì 2.015 di non aver tempo di godersi l’importante successo esterno di Torino, né di poter inserire con calma nei meccanismi di squadra, l’ultimo arrivato e presentato ufficialmente nella giornata odierna. Domani sera alle ore 20 sarà tempo di Unieuro Forlì vs Agribertocchi Orzinuovi e coach Antimo Martino (foto copertina di Stefano Albanese) nella consueta conferenza stampa del giorno prima presenta così la sfida: “Buongiorno a tutti. Domani sera torniamo subito in campo in questo programma che ci impone un’altra gara complessa contro una squadra che ha sicuramente valore e con tanti giocatori che conoscono bene questo campionato. Sfida che dovremo affrontare con grande attenzione e grande determinazione, come tutte le altre partite del resto, ma veniamo da una partita a Torino dove abbiamo fatto molto bene sotto questo punto di vista per tutto l’arco dei 40′ e dovremo ripeterci perché questo ci ha dato dei grossi benefici soprattutto difensivamente, ma credo anche in attacco dove abbiamo trovato le giuste soluzioni muovendo bene la palla e giocando bene di squadra coinvolgendo tutti che è poi il nostro obiettivo. Siamo molto contenti, ma come abbiamo messo da parte la partita contro Livorno e ora dobbiamo mettere da parte anche questa perché l’unica cosa che dobbiamo fare è essere sempre concentrati sulla partita successiva”.
Buongiorno coach. A Torino pensa di aver ritrovato la sua vecchia Forlì con un assetto più stabile e situazioni che hanno funzionato meglio?
“Sicuramente dal punto di vista soprattutto offensivo direi di sì e guardando al futuro voglio essere positivo perché avere un giocatore in più nelle rotazioni ci ha dato una grossa mano, ma avere anche un giocatore più pericoloso, come avevamo immaginato la squadra in estate, crea dei vantaggi a tutti quanti e ci consente di distribuire meglio le energie e quindi voglio augurarmi che il fatto di essere tornati a livello strutturale a qualcosa di vicino, non uguale, ma vicino a quello che avevamo pensato potrà permetterci di migliorare molto”.
Con Perkovic che è un giocatore con caratteristiche diverse rispetto a Dawson cosa e come cambia la squadra nei modi in cui sta cercando di assemblarla?
“Cambia sicuramente perché sono due giocatori soprattutto fisicamente molto diversi, ma anche in Dawson avevamo individuato un giocatore capace di creare e capace di essere pericoloso anche offensivamente e di conseguenza siamo andati a cercare sul mercato, un mercato chiaramente molto limitato perché dovevamo trovare un giocatore libero e comunitario, un giocatore con queste caratteristiche e che fosse pronto a giocare subito. Siamo molto contenti anche se siamo solo all’inizio, però la sensazione è di avere a che fare con un ragazzo serio, un ragazzo solare e intelligente con voglia di calarsi nella nostra realtà. Siamo convinti che, pur con caratteristiche diverse, possa darci una grossa mano e possa rendere più funzionale gli altri giocatori che secondo me è quello che è mancato soprattutto fino ad oggi”.
Le chiedo coach come sta la squadra che giocando ogni tre giorni ha poco tempo per recuperare e nello specifico un punto sulle condizioni atletiche nelle quali si è presentato Perkovic qui a Forlì.
“La squadra credo che stia bene e lo abbia dimostrato un po’ in tutte le partite. Quello che abbiamo pagato è che ruotando con un giocatore in meno e in situazioni di giocatori con problemi di falli ci siamo ritrovati a minutaggi per i singoli che non volevamo proprio alla luce del ritmo di questo campionato. Nella partita contro Livorno Demonte ha giocato credo 36’/38′, Pollone oltre i 30′ e non era quello che avevamo stabilito all’inizio e di conseguenza questo un po’ ci ha condizionato, ma credo che dal punto di vista della condizione atletica noi domenica abbiamo fatto una grande partita contro una squadra che ha un atletismo notevole, con due playmaker molto energici, due americani con grande atletismo, un Severini che conoscete che ha impatto, due lunghi verticali in area come Seck e Ladurner giovani e atletici e quindi da questo punto di vista secondo me stiamo bene. Tornando a Perkovic credo che gli manchi un po’ il ritmo partita come è normale che sia, però l’informazione che avevamo era di un giocatore che si stesse allenando, e in passato ho avuto a che fare con giocatori serbi e croati e non sono giocatori che se ne stanno con le mani in mano, e penso abbia già dimostrato di essere uno che può già giocare, che dovrà crescere e trovare il ritmo partita, ma che può già giocare e quello che ci ha fatto vedere a Torino ci soddisfa sia dal punto di vista fisico che dal punto di vista tecnico”.
Ci dice qualcosa su Orzinuovi?
“Mah.. Orzinuovi la conosciamo nel senso che hanno quell’asse che si porta dietro coach Ciani con Vencato e Pepe, c’è Guariglia che è un altro giocatore che conosciamo, Devoe che è alla terza stagione in A2 dopo le esperienze di Piacenza e Verona, Williams è un giocatore molto interessante contro cui ho giocato quando era a Cremona in A1 che fa dell’atletismo la sua qualità migliore e quindi parliamo di una squadra navigata che ha dei valori e che dovremo affrontare con la mentalità e l’intensità giusta. La mia speranza è che la vittoria di Torino ci abbia dato quella consapevolezza nelle nostre possibilità e ci abbia fatto capire che quando la squadra è concentrata e presente in tutti i momenti della partita il valore della nostra squadra aumenta in maniera importante”.
Quella di Torino ci par di capire che possa essere, per continuità di restare con la testa dentro la partita, la Forlì che vorresti sempre vedere.
“Sì dobbiamo capire che ci sono partite nelle quali non tutto viene facile e soprattutto a livello individuale abbiamo giocatori un po’ più giovani ed altri che per carattere possono risentire in quei momenti di non grandi percentuali o di momenti difficili e invece secondo me dobbiamo costruire dentro di noi la capacità che proprio in quei momenti si debba rimanere agganciati al match perché poi la fiducia ti porta a cambiare l’esito di una partita anche dentro la partita stessa. Da questo punto di vista, mentalmente dobbiamo ancora completare un percorso di durezza e avere un giocatore in più nelle rotazioni ci aiuterà molto”.
La partita di Torino può segnare una sorta di nuovo inizio, quello nel quale ha ritrovato la sua Forlì. Alla luce dell’innesto di Perkovic quando pensa o spera di poter raggiungere una certa continuità di prestazioni?
“Spero innanzitutto di riuscire a lavorare con regolarità e di costruire un qualcosa che non siamo mai riusciti a costruire. Noi pronti e via abbiamo giocato sempre senza uno straniero e in questo campionato possiamo raccontarcela quanto vogliamo, ma giocare senza uno straniero è difficile. Peccato per la partita contro Livorno perché arrivare a questo punto del campionato con la nostra classifica senza uno straniero credo di poter tranquillamente dire che siamo stati veramente bravi. Adesso mi auguro di poter lavorare e crescere, ma bisogna anche essere realisti e capire che questo è un campionato difficile e non tutto quello che si vorrebbe fare è facile riuscire a farlo. In questi due anni abbiamo dimostrato col lavoro di aver raggiunto dei risultati in termini di crescita di squadra ed è lo stesso obiettivo che ci poniamo anche quest’anno con la consapevolezza che questo campionato è diverso e decisamente più difficile e quindi nei giudizi dobbiamo considerarlo“.
A Torino dopo il primo canestro di Perkovic tutti i compagni si sono alzati ad applaudirlo. Cosa c’è in quel gesto?
“C’è voglia di aiutare un ragazzo che è appena arrivato, ma al tempo stesso c’è voglia nei ragazzi di poter contare su un giocatore in più perché spesso è la squadra stessa che in certe situazioni si è sentita carente di qualcosa. Quel canestro è stata un po’ come una liberazione per tutti perché l’assenza di Dawson l’abbiamo mascherata anche emotivamente, ma non è detto che dentro di noi questa non la avvertissimo come una situazione di difficoltà. In quell’esultanza c’è una liberazione dei compagni, ma come ha detto Toni c’è anche il gesto di un gruppo che accetta con sé un nuovo ragazzo appena arrivato per dare una mano”.